Pagina:Hoffmann - Racconti II, Milano, 1835.djvu/148

Da Wikisource.

— 146 —


Egli rise di buon cuore dell’effetto prodotto dal punch; ma pensando a Veronica, egli sentiva un ben essere pieno di dolcezza. E a lei sola, diss’egli, ch’io devo l’essere sbarazzato dalle mie ridicole visioni, e bisogna ben confessarlo, io non era molto più ragionevole di quel pazzo che s’immaginava di essere di vetro, o di quell’altro che non osava uscire dalla sua camera per paura d’esser mangiato dai polli, perchè si credeva un grano d’orzo. Ma quando diventerò consigliere, sposerò senza tardare madamigella Paulmann, e sarò felice.

Traversando dopo mezzo giorno il giardino dell’archivista Lindhorst, egli non potè concepire come, in quello stesso giardino, tutto gli fosse sembrato sì strano e sì meraviglioso. Egli non vide che vasi di fiori affatto ordinarli, molti mirti, molti geranj, ed invece degli uccelli beffardi che lo avevano tormentato, volavano qua e là alcuni passeri che salutarono Anselmo al suo arrivo con un fischio il disaggradevole, ma inintelligibile. La camera azzurra gli sembrò tutt’altra, egli non comprese come quel color cilestro grossolano, quei tronchi di palma dorati