Pagina:Hoffmann - Racconti II, Milano, 1835.djvu/150

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noscritto che l’archivista, secondo il solito, aveva aperto davanti a lui. Ma egli vide sopra questa nuova pergamena tante linee curve, incrociate ed attorcigliate, a modo da smarrire l’occhio senza alcun riposo, che considerò come impossibile di riprodurle fedelmente, A guardarla tutta insieme con una sola occhiata quella pergamena rassomigliava ad un marmo venato di mille colori, ad una pietra seminata di muschio finissimo.

Nondimeno egli volle fare il suo possibile, e bagnò bravamente la sua penna, ma l’inchiostro non iscorreva; impaziente, egli scuote la sua penna, e, — o cielo! un’enorme macchia d’inchiostro cadde sull’originale. Un lampo azzurro brillò nella macchia, fischiò, romoreggiò, e serpeggiò, crepitando, attraverso tutta la camera sino alla soffitta. Allora un denso fumo usci a grandi onde dalle mura, le foglie cominciarono a susurrare, come battute dall’uragano, migliaia di basilischi brillanti discesero attraverso ai fuochi, accesero il fumo, e ben presto, varie masse di fiamme rotolarono intorno ad Anselmo sbalordito. I tronchi d’oro delle palme divennero serpen-