Pagina:Hoffmann - Racconti II, Milano, 1835.djvu/26

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te?... Va, va, la nostra sorella ti guarderà ancora! Credi, credi, credi a noi!” e gli sembrava di vedere in fondo all’acqua tre linee brillanti. Ma quando egli si piegò dolorosamente per vedere se gli amabili occhi si alzassero verso di lui dal seno delle onde, egli vide che quelle liste luminose non erano prodotte che dalle finestre illuminate delle case vicine.

Egli era seduto là silenzioso, e in lotta con sè stesso; ma il vicerettore Paulmann gli disse con più vivacità che la prima volta, — Come state, signor Anselmo? — Lo studente rispose con aria molto abbattuta: — “Ahime! signore e carissimo vicerettore, se voi sapeste le strane cose che ho sognate poco fa cogli occhi aperti, sotto un sambuco presso al muro di recinto del giardino di Link, voi non vi sdegnereste per questa sorte.... per questa specie di assenza di spirito...” — Animo, animo, signor Anselmo, riprese il vicerettore Paulmann, io vi aveva sempre riguardato come un giovane sodo;, ma sognare, sognare cogli occhi aperti, e poi tutto ad un tratto volersi gettare in acqua (perdonatemi), è