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Pagina:Hoffmann - Racconti III, Milano, 1835.djvu/105

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io5 — v quisto. Nè andò guari che ricadde nella miseria di prima, e così a poco a poco si consigliò coll’ anima sua e fu più tranquillo.

Fra due anni la moglie gli pal lori un altro figlio, senza però infermarsi come avea fatto la prima volta. Era una sera accanto a lei, il suo lattante in braccio, mentre il primo nato si trastullava con un grosso cane, che come il favorito del padrone, aveva il privilegio di rimaner nella camera, quando corse il famiglio ad annunciare che un uomo di sembiante sospetto aliava da un’ ora attorno alla casa. Andrès si disponeva ad uscir col moschetto quando intese profferire il proprio nome. Aperse la finestra e riconobbe d’ un tratto l’ odioso Ignazio Denner che aveva indossato di bel nuovo l’ abito del mercatante recandosi una valigia nelle braccia.

—• Andrès I Andrès 1 conviene che tu •• I 1 f y é f * . * y • mi ricoveri per questa notte... domani proseguirò il mio cammino.

— Scellerato, proruppe Andrès quasi fuori di sè, sei tanto sfrontato da’lasciarti ancora vedere?... Ti ho forse mancato iLi, ' 4 l vi I t V I j t i jk Wj Ti, i J j ri i di parola, che tu manchi alla fede data f — 106