Pagina:Hoffmann - Racconti IV, Milano, 1835.djvu/166

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ir*-!.-* -i ' 1..:_l• _ l£»*;s impadronì dogli astanti: grati numero d’ essi si allontanò in silenzio, e non rimasero che pochi onde portarlo a una gondola che loro indicò la mendicante.

La barcs’ iontrapjiynpnte, e condusse ambidue ad una modesta abitazione.

Allor che Antonio destossi da quel letargo, -vide accaìnto al suo letto la vecchia che facevagli respirare qualche-gocìéik il* tan 'litj'tiòr1 spiritóso:• <->.**#*Mi' » J mi sei* dùnque vicina* Marghoi‘ìtà’t",Àh f tantò meglio.' Chi'sé non ta, fcé bon tiï sola può! avermi largite1 tante curò? ’Oft*!‘péWiéÉiaiifci: d’ aver un ‘istante dubitato’ di’ tue paroié. Sì, tu sei Margherita,' che m11 nutiì; che tantò mi amò tiella miti infanzia.' Non tij dissii;:già > uà misterioso incanto dottrinar tutta ' la mia «esistenza?: Ma itti ràggio di luce brilli» ai triiei oéchi,:e; tlrtto m’ immerse 'in estasi ììidicibile.1 Iò* so1 tutto.—Tutto i Non> fu Bertuccio Neridio il! mio padre adottivo?

tion mi educò* egli tìella siia< casa di delizie su 'quel d11 Treviso.!— .*! <• h j. m -Sì-,!isì riprese «la‘vecchia,i fu Bertuóéiò Nfenolo, iligrand’ uomo di mare, éhe i fiotti inghiottirono nell’ auge di sua gtòt*ià'.‘ l-'/n» *>i»!<■ i •«i i; i •••;.>- ‘ >!ii t'ijii* — Non