Pagina:Hoffmann - Racconti IV, Milano, 1835.djvu/169

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T 169 “7 ma. Pochi giorni dopo io fui cacciato dalla casa. 11 padre Blaunas, al quale io favellava sempre di queli’ angioletta che m’ era apparsa, e della quale io credea sempre sentire la voce soave nel fremito degli alberi, nello zampillar delle fonti, nel mormorio misterioso del mare allorché r è tranquillo, il padre Blaunas mi diceva quella giovinetta non poter essere che la figlia di Nenolo, ch’ era venuto a trovarlo '• j colla sua madre Francesca, e ch’ era ripartita il domani. O madre mia! o Margherita ! m’ aiutino i Santi 1 quest’ Annunziata

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e la dogaressa! A queste parole, Antonio 11 • • si ravvolse il capo, e si pose a piangere 1 mordendo convulsivamente i guanciali.

— Mio caro Tonino, Jisse la vecchia, . . .

fa cuore, resisti con coraggio a questo dolore insensato. Devesi cosi disperare negli affanni d’ amore? e per chi dunque sbucciano gli aurei fiori della speranza, se non per gli amanti. Ignorasi la sera quanto recherà il mattino, e ciò che pensasi sognando avviene sovente in realtà.

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Vedi, Antouio, tu non mi ascolti; ma io ti predico che amore ti accoglierà sul mare nella sua ridente gondola. Pazienza, mio Tonino, pazienza.