Pagina:Hoffmann - Racconti IV, Milano, 1835.djvu/175

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lutti i Vèneti 'patrizi'sclamarono 'offendere Faliero e il popolo e la Signoria, intaccando i • privilegi della1 nobiltà, « turbando; cori ordini ingiusti la pubblica allegrezza. Faliero 'non erasi ingannato-, giacche Michele Steno confessò coraggiosamente l’ azione commessa, gettando' là colpa'sul Dogé che; avealo offeso1 * pel primo. La Signoria era da lungo tempo malcontenta d’ un capo che, in 1 litigo1'di consacrarsi al bene dello ‘Staici,M vivea i y nella mollezza e nelle follìe;d'tm fiacco ambre, ed i nobili eran più proclivi'à scusare Steno, che a vendicare fi* Doge dell’ affronto ricevuto. 'La bisogna fu portata dal Consigliti dei Dieci alla Quaran* tia della quale Stenti età membro. Mit è ìm I ■ â à . »

chele avea già molto s'offerto, e il bando d’ un * meSe - parve pena sufficiente ad espiare il sub delitto. Noi Vëdr6mtf<jtffili risultati produsse la rabbia che* questi* giudizio sparse nel cuore del vecchio Doge; 'y> guanto ad Antonio:, ei nonolévà'ri-»

mettersi dall’ impressione òhe avea provata, e si di*peravà dì non rivedere mai,'inai più colèi che adorava’ nel silenzio. Un giorno la vecchia ritornò d’ un’ aria gioviale, e senza badare all’ inchièste, si pose a far .—