Pagina:Hoffmann - Racconti IV, Milano, 1835.djvu/48

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, ma , * — 48 — ' che chi portava miei nome era un pittor rinomato, un accademico di S. Luca, a cui non avrebbe a schifo di maritare una sua nipote. Proruppe in una collera smisurata urlando spaventosamente, torcendosi le mani e gridando che io era un ribaldo che gli voleva involare la sua Marianna, per metterla sulla tela e farne pubblica mostra; ed aggiunse che badassi bene • che- mi avrebbe abbruciato vivo con tatti i’miei quadri, e detto questo si- mise a strillare come un indemoniato, • al fuoco 1 ai ladri! che presi consiglio di fuggire.

H • vecchio pazzo è fieramente innamorato di sua nipote. Ei la tien sotto chiave> e se- potrà essere dispensato la sforzerà a delle abbominevoli nozze. Tutte le mie speranze sono fallite! — Perchè fallite,, disse Salvatore ridendo. Stimo all’ incontro che tùttó sia pel meglio. E se Marianna t’ ama-, altro non resta che di trarla di manó al vecchio Capuzzi. E per verità non veggio come due uomini della nostra tempra non si mettano all’ opera!

Animo Antonio; invece di gemere, di sospirare j ed essere* infermo d’ amore, co a vigne adoprar le inani e salvare Ma49 —