Pagina:Hoffmann - Racconti IV, Milano, 1835.djvu/61

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— 6i — Venuta la notte, il signor Pasquale dopo aver ben chiusa la casa, si recò in braccio al consueto il suo eunuchetto.

Lungo la strada 1’ omiciattolo si doleva vivamente della vita che menava in grazia del signor Pasquale, il quale non contento di fargli venire il rantolo a forza d’ ariette, ed abbrustolirgli le mani a cuocere i maccheroni, stimava a prò-' posito di usarlo in qualità di cameriere presso Marianna, professione in cui non gli toccavano che schiaffi e rabbuffi. Capuzzi lo consolò promettendogli di fargli dono d’ una logora veste di pel uzzo nero per un abito d’ abate. Ma il nano malcontento volle di giunta una parrucca ed una spada. Così capitolando giunsero nella contrada Borgognona ove abitava Piticchinaccio distante quattro porte dalla casa di Salvatore.

Capuzzi depose il nano, aperse la porta e salirono insieme, l’ omiccino dinanzi al grande. La scala era molto angusta, e così fatta come quella di un pollajo; ma non aveano ancora salita la metà dei gradini che s’ intese un grau fracasso a capo della scala; era come la voce di un ubbriaco che scongiurava — 6a —