Pagina:Hypnerotomachia Poliphili.djvu/148

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festevola et alacramente iocunda appropinquatose, incontinente ad gli ochii mei le rarissime bellecie, alquanto dalla longa speculate, più palesemente da vicino contemplandole, remansi stupido et arrepto. Né più praesto l’amoroso aspecto, et gratissima praesentia delapso per ministerio de gli ochii ad le intime parte, che la recordevole memoria evigiloe excitando il core intromisso. Praesentandogli et quella offerendogli, che di lui ha facto copiosa officina, et delle sue pongente sagitte stipata pharetra, et della sua dolce effigie domestico et conservabile domicilio la riconobbe, et quella che ha prolixamente consumpto gli mei teneri anni, negli sui caldi, primi, et fortissimi amori. Perché quello già dislocato resultante, io el sentiva, et sencia inducie (quale rauco tamburo) assiduamente il pecto laeso pulsare. Et advegna che nel suo venusto et quam acceptissimo aspecto, et per le bionde trece, et nella capreolata fronte di crispuli et tremuli crini sopra ludibondi, mi apparesse quella auricoma Polia extremamente amata, et per cui unquantulo la vita mia fora delle incendiose flamme mai se ha potuto dimoverse, et fluctuante modificarse. Niente di manco el superbo et Nymphale habito insueto, et lo incognito loco me feceron diciò restare grandemente suspeso dubioso et ancipite. La quale cum el niveo brachio della sinistra, al chioneo pecto appodiata gestava una accensa et lucente facola, oltra el dorato capo alquanto eminente, la extrema graciliscente parte de quella, cum istringente pugno retinente, et porgendo accortamente el soluto brachio, candidissimo più che mai fusse quello de Pelope. Nel quale appariano la subtile cephalica et la basilica fibra quale sandaline lineature tirate sopra al mundissimo papyro. Et cum la delicata dextra morigeratamente praehendendo la mia leva, cum dilatata et splendida fronte et cum la ridente bocha cinnama fragrante et le afossate bucce, et cum la ornatissima loquela blandicula piacevolmente dixe. O Poliphile par ad me securo veni, et non haesitare unquantulo. Io allhora sentivi gli spiriti mei stupefacti, mirabondo como ella el nome mio sapesse. Et tutte le parte interiore prosternate d’una fervescente flamma amorosa circundarle, et la voce occuparsi, tra timore serata et venerabile pudore. Et cusì disavedutamente ignorava che diciò a llei condignamente respondere valesse né altramente reverire la diva virguncula. Se non che io praestamente gli offeriti la indigna et disconvenevola mano.

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