Pagina:Hypnerotomachia Poliphili.djvu/206

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la sua crassitudine, et qualunque minima particula et linea et fina gli recisamenti, sencia errato. O infoelici tempi et aetate nostra, come dagli moderni (usando conveniente vocabulo) sì bella et dignifica inventione, è ignorata? Per la quale cosa imaginare alcuno non se debbi, che Trabi Phrygii, Coronamenti, Base, Capitelli, Columne, Columne semi, Pavimento, Crustati, Alamento, Coassatione, et tutta la Compaginatione, Dimensione, Partitione, se accusasseron sencia inditio degli solerti et praestanti ingenii antiqui et prisci exquisitamente excogitati et digesti. Et de Marmori egregia Xesturgia, quale non rende la spuma del stanno perusto, né ancora la cerusa cremata. Nel centro del dicto Templo promineva uno puteale orificio di una fatale Cisterna, cum una promptissima Chorea de Nymphe in circuito di prominente celatura in defecto solamente del spirito, de Alabastrite, optimo expresso, quanto meglio di scalpro exscalpire si potesse, cum gli volanti habiti et velamini. Nella parte mediana della clausura della intrinseca summitate della excelsa cupula circundava una gioia di dense fronde, delle antinarrate vite metalline, le quale nel profundo de questo coelo finivano tanto perfectamente una cum l’altra stricte implicate, quanto meglio si potesse imaginare. Le quale intermettevano acconciamente tanta circulatione, quanta monstrava di sopra, l’apertura del vaso gutturnio inverso. Il quale circunducto spacio supplendo bellissimamente occupava il viperino capo della furente Medusa, artificiosamente conflata della materia della cupula, che tra gli conglobati serpi la vociferante bucca et manico sembiante et rugata fronte stava nel centro perpendicularemente sopra la Cisterna. Et degli extremi della bucca usciva uno condulo, dal quale innexa una faberrima innodatura perpendicula discendeva, suspensa sopra el puteale orificio. Questa innodatura tutta de perfecto oro, nella inferiore extremitate finiva in uno anello, il quale uno altro egli retinia appacto ad una gracilitate del fundo de una conchula inversa, cioè l’apertura in giù, et el fundo simato de sopra, graciliscente acuminava all’anello, et nel labio resupino di circuitione de uno cubito per diametro, havea appacte quatro armille, o vero fibule. Nelle quale harpavano quatro uncini. Dagli quali invinculate quatro catenule pendevano. Et queste etiam tenendo rapivano una circulare lamina in plano, aequalmente sospesa. Sopra la superiore circunferentia de questo margine in inciso, incubavano quatro monstrificate fanciulle, cum soluta capillatura, cum la fronte redimite de eximia