Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
in quatro locatione, per le quale concatenata pendeva la bucca di semibracio aperta, et in questa bucca era intromisso un altro vaso urinaceo, o vero di forma cucurbitacea, similmente di crystallo purissimo. Il quale tanto regularmente intromisso pendeva, che nel centro el lume della lampada ardeva. Poscia tutto el corpo della maiore lampada era completo de aqua ardente, cinque fiate reiterata al stillamento. Perché lo effecto suspicare mi fece, imperoché tutto el sphaerico corpo ardere simulava, per essere locato el lychno nel mediano puncto. Et per questo el viso habilmente non potevasi in quello firmare, come malamente nel Sole, essendo la materia di mira perspicuitate et de factione subtile.
Non meno el liquore inconsumptibile era limpidissimo nel cucurbitaceo fundo per questa dimonstratione. Et similmente de tale liquore le quatro superiore ardevano. Ove reflectevano gli vagi coloramenti delle pretiose petre, nella maiore lampada, et la maiore in quelle, cum inconstante splendore vacilante per tutto el Sacrato Templo. Et per el nitore speculare degli tersissimi marmori, che nel aere tale Iris el Sole dapò la piogia non depinge. Ma sopra tutto miravegliosa cosa questo all’intuito se ripraesentava, imperoché l’artifice scalptore perspicuamente havea in circuito excavato sopra la corpulentia della crystallea lampada, de opera cataglypha, o vero lacunata una promptissima pugna, de infantuli sopra gli strumosi et praepeti Delphini aequitanti, cum le caude inspirantise, cum multiplici et dissimili effecti et fantulinacei conati, non altramente che si la natura ficto havesse, et non excavate appariano, ma di sublevata opera, et sì factamente expresse che l’intento degli mei ochii, via da tanto delectabile obiecto della comitante Nympha