Pagina:Hypnerotomachia Poliphili.djvu/357

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floride, et cusì ne l’altra. Nel secundo ordine le capsule abondavano di viole bianchissime. Nel tertio ordine erano viole xanthe, overo luteole. Nel quarto floriva narcisso, quale non se atrovarebbe negli monti di Lycia, cum più provento floreo che herbario. Ultra la prima pergula, nella prima, circularmente continua, capsula germinava il cyclamino cum il riverso dille foglie vermiglio, di colore hederaceo, cum la sua inversa viola uberrimamente apparendo odorissima. Il secundo grado era florido di Cyaneo segetale. Nel tertio copiosamente florivano purpurissimi cheropheli, et densamente foliosi. Nel novissimo densissimi meliloti. Nel tertio ordine ultra la pergula secunda nascevano nel primo grado gli glauculi et bellissimi flori di l’herba tora. Nel secundo rubenti Anemoni. Nel tertio Cheropheli olorini et pentaphylli et multiphylli. Il supremo in dece partitione aequalmente diviso omni partitione cum harmoniata sortitione era di varii et spectatissimi flori. La prima continiva la primulaveris. La secunda Heliochrysso. La tertia amarantho. La quarta la matronale viola russa. La quinta Passerina Ianthina. La sexta la opula, overo bulla alba. La septima Pulliphura luteola. La octava Lilii convallii di candifico flosculo cum gli Calathuli Inversi negli ramusculi odoratissimi dependuli. Nella nona multiplici lilii. Lo uranio, et hyreos candido et Hiacyntho, et gialli, et rubenti. Nella novissima la fiorita Aquilegia azurei, candidi et russi flori germinante era. Questa delitiosa et eximia dispositione degli spectatissimi flori non quivi succumbeva ad alcuno temporale mutamento né ordine. Né quale in Memphi. Ma sempre irrorati et freschi in uno essere verneo, et mai decidui existenti. Per la quale cosa tale maiestate di loco, cum tanta gratia obstupente contemplando, cum questa elegantia ordinata et sortita, et iucundissima harmonia di variatione dil florulento colore, quale nella rosida aurora recenti se praestano. Cum tutti gli disertati miraculi attonito et exanimo io totalmente restai. Gli mei sensi interni et externi occupati, et di ineffabile voluptate et dilecto circumvenuti. Oltra lo excessivo amore, che tutta via nel mio lancinato core fortemente ardeva, et lo assedio indesinente dille incomparabile bellecie dilla mia decorissima Polia, mee delicie. In tanto che io non sapeva in quale essere me fusse. Finalmente in questo foelicissimo loco, et beatissimo sito introducti. Di subito le due Nymphe che nui ligorono, quivi ancora ne solveteno da gli impexi serticuli. Et la veneranda Psyche honorificentissima al suo dilecto Marito, la sagittula d’oro ridibunda gli restituite.