Pagina:Hypnerotomachia Poliphili.djvu/360

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sopra la circunferentia adiacente deducta, tanto è la septenaria divisione dilla dicta circulare figura. In medio del scapo della septima columna beryllia, dalla parte intranea era mirificamente della propria petra quasi di scalptura divulsa, uno puerulo Hermaphrodito da uno cotylidone ritinuto. Le tre praelucente columne all’ordine dextero similmente per ciascuna haveano in miro modo uno infantulo capto in certi acceptabuli. Et cusì nel scapo di ciascuna dille pretiose columne sinistre appendeva per ciascuna infixo il foemello sexo. Et questo de artificio mystico nel medio dille columne era naturalmente expresso. Cum tanto scintulamento di lustratione, quale non rende la corrosione dil cotes, overo smirillo cum la lambente Tripolea creta. Le base, gli capitelli, il trabe Phrygio et coronice extavano di mundissimo oro. Gli archi cum tutto il solido tra una columna et l’altra era della subacta petra di una delle columne per ordine ambiente, cioè di saphyro verso il smaragdo et il smaragdo verso la turchinia. Et cusì subsequentemente tutto l’arcuato era mirabilmente constructo. Negli anguli dilla corona sopra la viva et centrica linea perpendiculare di qualunque substituta columna, una Aruleta, et di supra excitata una imagine di planita cum il suo appropriato attributo promineva. La sua grandecia dal tertio dilla subiecta columna exacta symmetricamente di purissimo oro. Nel fronte anteriore alla dextera il falcifero Saturno assideva, et alla sinistra la noctiluca Cynthia, per ordine incominciando dal primo circinanti terminavano ad Selene. Sotto agli quali nel zophoro in circuito cum maximo exquisito di artificio elegantemente celati vedevase gli duodeci signi zodiaci, cum le superiore impressione, et charactere, cum eximia scalptura expressi. Il culmo poscia di questo mirabilissimo fonte et tectorio fulgeva di una insolente cupula di optimo et disvenato crystallo mundissimo et perspicuo. Né tale vide Xenocrates, né reperto simile in Cypro, né producto in Asia. Né in Germania, sencia rubigine et scabricie, sencia nube maculosa, né centro sale, né alcuno capillamento vedevasi. Né tale franse Nerone. Ma puro praestante et asyntheto, incincta di una sublata operatura cum aequa convenientia di ligatura di fronde procedente da alcuni monstriculi cum pueruli per quelle ludibundi maravegliosamente implexi. La quale era di egregia corpulentia et convexo. Nel gracilamento del summo cacumine havea infixo uno miraculoso ostentamento in uno aureo et faberrimo Lovo, di uno undique fulgitritio carbunculo di forma ovola et di crassitudine strutiocamela. Nelle facie dil murulo dilla fuscatissima petra, sopra il quale emusicatamente