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transeunti tale monumento, digno di caelatura aurea. SEMPER FESTINA TARDE. Ecco che io retrorso sento repente uno grande fragore et strepito alla simigliancia dil quassamento dille ossee ale dil dracone, et a ritrorso, omè sentivi uno sonare di Tuba. Di subito misero me ispasmato me gyrai, et vedo da una parte molte arbore di Silique Aegyptie, cum gli maturati fructi praelungi dependuli quassabonde, che per il vento se havevano l’uno cum l’altro alquanto combatuti. Diciò praestamente in me ritornato, et per cusì facto caso occorso in riso, me mossi.
Per la quale cosa alhora religiosamente invocai gli benigni Dii Iugantino, Collatina Dea, et Vallonia, che peragrando per gli sui sacrati loci, propitiati mi se praestasseron. Conciosia cosa che quasi dubitai di militare exercito per il sonito tubale, ma pensitando arbitrai di pastorale tube corticie, onde più praesto me assicurai che diffidarme altramente. Ma da poscia di questo non istete longa mora, che io odo cantando venire una comitiva (alla voce di tenere et di florente aetate) di damigelle legiadre (come arbitrava) et belle, scherciando et per le floribonde herbe, et per le gratiose et fresche ombre solaciantise, libere di qualunque ritardante sospecto. Et per gli venusti fiori cum magno applauso peragrando. La incredibile suavitate dilla modulata voce, dalle temperate et rorifere aure convecte per il loco dilectoso diffundevase, et cum il dulcissimo sono di lyra consorte riportate.
Per la quale novitate explorabondo inclinatome per sotto gli bassi rami, et verso ad me vidi quelle cum gresso gestuoso. Cum la puellare testa di spectatissime vitte di fili d’oro congeste, involuta et di sopra di florente Myrtho, et di multiplici fiori instrophiate et redimite. Et per il niveo fronte pampinulavano le flave et tremule Antie. Et da poscia per le bianchissime spalle decore deflue le prolixe trece, cum nymphale politione et arte composite elegante. Vestite di carpantico habito di seta ornatissimo, et di vario coloramento et textura. Erano tre tuniche, la una più breve di l’altra et distincte. La infima conchiliata, di sopra sequiva la sericea di verdissimo colore intramata d’oro. La suprema bombicina tenuissima, croceata et crispula, succincte di torque aureo sotto al termine dille rotonde mammillule. Le distese brace erano investite di l’ultima tunica, et copiosamente ricoperte dilla bombicina, concedendo ad summa gratia il subiecto colore. Et propinquo alle tumidule mano cum cordicelle di fina seta acconciamente invinculate, cum ansulette d’oro, voluptico artificio. Et alcune di esse, cum duple solee, cum multiplice illigamento di filatura d’oro et di seta purpurante haveano gli pediculi sui egregiamente illaqueati. Calciate alcune poscia sopra le extente calige di cocineo et verdigiante panno, et tale sopra il nudo di mollicolo et gratioso corio luculeo, et altre di camussato di bellissimi coloramenti tincto, senza accusare gli detta.
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