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cosa enea tenuissima conflata perfectamente, et fulgentissimamente deaurata. La quale Ala, et la Pila, et el Puello, cum il figmento o vulto in acto di sonare, cum il vacuato occipitio, verso el flato ventale, facilmente violentava, ove intro spirabile la tuba, tubava. Et perciò quassantise per il vento le silique aegyptie, similmente, et quivi il vento fece sonare la tuba. Per la quale cosa cogitai ridendo, che a homo in loco incognito solo ritrovantise et expaventato, che facilmente per omni strepitulo se terricula.
Modo nella facia di ricontro alla bellissima Nympha in fonte, vidi l’introito. Cum una porta expolitissima. Tutto artificio dil praestante Lithoglypho, che la Nympha dormiente havea caelato pensai, nel phrisio dila quale vidi tale titulo in caractere graeco, ASAMINTHOS Dunque tale therme non suppedita l’amplitudine di Tacio.
Dentro circundavano sedili in quatro gradi lapidei cum perpetuo coniugio concincti, tutti minutamente di diaspro segmentati et Calcedonii di omni coloratione. Dui degli gradi la tepida aqua copriva, fina allo margine, overo superficie dil tertio. Negli angoli per ciascuno extava una expedita et ritondata columnella Corinthia, di vario coloramento. Cum varicose undule di diaspro tanto più grato, quanto più fare suole la artificiosa natura. Cum decente base. Et gli capitelli optimamente compositi sotto d’uno trabe, oltra il quale iaceva il Zophoro di nudi pueruli nelle aque ludenti, cum aquatici monstruli, cum palaestra et contrasti infantili, cum apti conati di promptitudine alla aetate conveniente, et vivace moventie et ioci, circuncingeva bellissime cum una corona superapposita. Di sopra l’ordine et proiectura dille columnelle ad perpendiculo tendeva da ciascuna in la summitate dilla cupula, uno