Pagina:Hypnerotomachia Poliphili.djvu/94

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depicta. Sencia mora ad nui in questo loco placidamente se offeritte, una tertia matrona hospitatrice et recipiente nui gratiosa. Il nome cui era Mnemosyna. Questa similmente, introvocati nui, donoe libero adito. Ultimamente quivi le comite mie, me praesentorono dinanti alla venerabonda maiestate della Regina Eleuteryllida.

QUANTA INSIGNE MAIESTATE FUE QUELLA DELLA REGINA, ET LA CONDITIONE DELLA SUA RESIDENTIA, ET ADMIRANDO APPARATO POLIPHILO AL SUO POTERE IL NARRA. ET LA BENIGNA ET AFFABILE SUSCEPTIONE. ET ELLA MIRAVEGLIATOSE DI LUI. ET QUANTO MIRABILE ET SPLENDIDO FUE IL CONVITO, SOPRA IL CAPTO DELLA HUMANA NOTITIA EXCEDENTE, ET IL LOCO OVE FUE FATO (DI COMPARATIONE PRIVO) ALQUANTO DESCRIVE.

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D LA PRIMA IANITRICE VENUTI essendo, non sencia stupore me vide, et decentemente salutatola et debitamente reverita. Et factomi da lei domestico invito del ingresso, et humano sospitato, et pari modo le sequente cortinarie custode, io vidi uno excelso portico longo quanto il contento del Pallatio. Il testudinato aureo del quale depicto era di verdigiante fogliatura, cum distincti fiori et implicate fronde et volitante avicule eximiamente imphrygiato di opera museaca. Il mundissimo silicato, quale di fora nella septa corte. Gli parieti di petre sumptuose artificiosamente dispositi factura vermiculata incrustati.

All’ultima cortina, quella Matrona Mnemosyna molto affectuosamente mi suase, di non dubitare alcuna cosa, ma che al regio suaso et salubre consiglio della Regina sectario strenuo me exponesse, et perseverante executore, perché poscia lo exito senza fallo uscirà piacevole. Et conceduto peculiarmente l’introito. Ecco che agli ochii mei sa repraesentorono più praesto divine cose, che humane. Uno ambitiosissimo apparato in una stupenda et spatiosa corte, ultra el pallatio contigua, ad opposito dell’altra, di quadrato perfecta. Il lepidissimo et pretioso pavimento tra una ambiente tessellatura interiecto vidi uno spatio di .64. quadrati, di pedi tre il diametro di ciascuno. Degli quali l’uno lustrava di diaspro di colore coraliceo, et l’altro verdissimo guttato di sanguinee gutte, cum imperceptibile quasi cohaesione del composito, quale uno