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La Bilancia, per quanto indipendente, dalla persona del Cattabeni, che godeva la confidenza del Pontefice, parve assumere talvolta voce officiosa. Certo si è che, scritta con tono alquanto cattedratico, giornalisticamente poco incontrò, secondo dicono gli storici. Sorta il 7 maggio 1847, il 16 marzo 1848 si fuse col giornale l’Italico, dando luogo all’Epoca, che ebbe sul principio gli stessi intendimenti moderati della Bilancia, e che col nome voleva solennizzare la concessa Costituzione. Il Cattabeni ne fu condirettore con M. Pinto e L. Spini, ma solo per poco, che il 31 marzo cessò di farne parte, intendendo (come in essa fu pubblicato) ridonarsi nuovamente ed interamente alla sua professione legale.

In verità Andrea Cattabeni, per quelle imprese giornalistiche si era finanziariamente assai esposto, trascurando inoltre soverchiamente gli interessi famigliari. Agli ultimi di aprile dell’anno stesso il Cattabeni fu nominato Assessore legale nella città di Pesaro e Presidente del Tribunale commerciale di quella città, uffici che egli seguitò a coprire finché, in seguito alla fuga di Pio IX a Gaeta, egli per volontà di popolo fece prima le funzioni del Pro-Legato di Pesaro-Urbino e quindi fu dal Governo provvisorio nominato Preside di quella Provincia, rimanendo in carica anche sotto la Repubblica. Egli mostrò così di anteporre l’amor della patria alla devota amicizia per un Pontefice che aveva ormai disertato dalla causa d’Italia.

Il Cattabeni fu anche eletto fra i deputati di Pesaro e Urbino alla Costituente romana (con voti 3330), e se in principio non potè esercitare il mandato, impegnato per la sua carica di Preside a reggere, in momenti difficilissimi e pressoché sprovvisto di forza armata, quella provincia funestata da tentativi retrogradi come da eccessi sanguinari, allorché gli Austriaci occuparono Pesaro, egli accòrse a Roma, stretta d’assedio, e partecipò alla discussione della Costituzione in quell’Assemblea.

Mentre così Andrea Cattabeni serviva la causa italiana, non se ne stavano inoperosi i suoi fratelli e i suoi figli. Il nome del fratello Pietro (amministratore in Senigallia del negozio di legnami dell’altro fratello Cristoforo) figura nel 1849 fra i deputati del Circolo popolare e fra i membri del Municipio di Senigallia; e il nome dell’altro fratello Francesco, pure in quel-