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ventimila soldati di Pio IX, inviati e benedetti da lui, per volare a marcie forzate all’inimico, alla vittoria», e si concludeva da ultimo con «Evviva Pio IX, evviva l’Unità e l’Indipendenza d’Italia» (Vedi N. 51 dell’Epoca di Roma, 21 aprile 1848).

Vincenzo partì da Roma il 24 marzo con le prime Legioni romane, e giunto ad Ancona, attese l’arrivo del gen. Durando per proseguire sotto di lui la marcia. Vincenzo partecipò a varie fazioni militari, fra cui la difesa dì Vicenza e si ritirò quindi con alcuni avanzi delle truppe romane a Venezia.

Ivi, già prima dell’arrivo del gen. Pepe, si era formato nel giugno il famoso Battaglione dei Cacciatori del Sile, e Gio: Battista Cattabeni ne era stato nominato 1° tenente. Nel riordinamento poi delle milizie in difesa di quella Repubblica, operatosi nel luglio del ’48, Vincenzo Cattabeni e il Pigozzi, in qualità di luogotenenti della divisione romana, entrarono a far parte dello stato maggiore del generale in capo. (Ulloa. Guerra dell’Indip. ital. 1848-49. Vol. II, pag. 117).

Gio: Battista si trova il 22 ottobre comandante la sua compagnia all’avanguardia della spedizione vittoriosa contro il Cavallino (Ulloa, l. c. Vol. II, pag. 166); lo si ritrova quindi il 27 ottobre al glorioso assalto di Mestre, insieme col fratello Vincenzo, il quale con l’altro capitano di stato maggiore Sirtori era addetto al comando della colonna del centro (Ulloa, l. c. Vol. II, pag. 173), guidata dal maggiore Rossaroll. L’avanguardia di questa colonna impegnò prima la lotta impetuosamente contro gli Austriaci ponendoli in fuga, impadronendosi di due cannoni e di prigionieri e incalzando il nemico con un distaccamento di ottanta Lombardi (Ulloa, l. c. Vol. II, pag. 176). Il gen. Pepe nel suo ordine del giorno su quell’assalto, ove cadeva ferito Alessandro Poerio, aggiunge: «Il nemico, dopo aver perduto parte della sua artiglieria, difendevasi dalle case di Mestre. Il capitano Sirtori, il maggiore Rossaroll ed il capitano Cattabene, arditi sino alla temerità, con un gruppo di bravissimi Lombardi, si diedero a cacciare gli Austriaci, casa per casa, e ad aprire la via a’ nostri, che occuparono la città militarmente.» E nel Notamento dei distinti che gli tien dietro, dopo aver ripetuto che «il maggiore Sirtori, Cosenz e Cattabene mostrarono sommo valore», afferma che fra i cacciatori