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Pagina:I Duelli Mortali Del Secolo XIX, Battistelli, 1899.djvu/296

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vanterie e niente fatti. A me pare che, avendo dell’ingegno com’egli ne ha, ci siano modi migliori per farsi della réclame e farsi strada nel mondo.

Prima mi manda a sfidare domandandomi «o spiegazioni o riparazione per le armi» e appena da me accettata la sfida, le spiegazioni invece di domandarmele, me le dà. Tanto valeva non incomodarsi. E mentre qui a Roma fa il pacifico, a Venezia nel suo foglio fa il bellicoso, e lassù annunzia la

         «Che le ultime parole stampate nella Gazzella di Venezia furono originate dalla necessità di ribattere la lettera dell’on. Cavallotti nel Secolo di Milano e scritte precedentemente all’incarico dato ai padrini, come i medesimi hanno chiaramente verificato, quantunque, data la situazione delle cose, si potesse anche sospendere questo accenno nel giornale suddetto.
         «Che perciò i quattro padrini ritengono, concordi, come entrambi gli on. Cavallotti e Macola, chiariti gli equivoci, non abbiano alcuna ragione di venire a una soluzione cavalleresca per mezzo delle armi, mentre vi wono invece i più chiari motivi di reciproca stima personale.
         «Per queste ragioni i sottoscritti dichiarano chiusa onorevolmente la vertenza e passano a firmare il presente verbale, augurandosi che i loro rappresentati vogliano stringersi la mano.

    «Ippolito Niccolini
    «Ettore Socci
    «Felice Santini
    «Eugenio Valli».

         Da questa pubblicazione appare adunque assodato che la vertenza coll’on. Cavallotti fu chiusa in via assoluta col verbale concorde dei quattro padrini. Risulta inoltre che i padrini non ebbero proposte a fare o a ritirare, e che non avevano obbligo di accettare le conclusioni del verbale stesso ad referendum. Posso aggiungere anche, per dichiarazione esplicita fatta dagli on. Niccolini e Socci ai miei rappresentanti on. Santini o Valli, oltre che altri colleghi, che non solo il loro mandato era illimitato, ma che non lo avrebbero accettato se non era a questa condizione.
         Come di mio stretto dovere, mi sono rimesso alle conclusioni dei quattro padrini; pur facendo conoscere all’on. Cavallotti (che sapevo scontento del verbale) che mi sarei tenuto a sua disposizione, malgrado la intangibilità della mia posizione, assodata dal surriferito documento. Naturalmente spettava e spetta non a me, ma all’on. Cavallotti di entrare in questa nuova fase risolutiva, cui accennava il Chisciotte odierno.

    F. Macola.