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Pagina:I Fioretti di San Francesco, A. Cesari, 1860.djvu/132

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e nostro Prelato in questo viaggio, cioè mentre che noi andremo e staremo insieme; e sì osserveremo la nostra usanza, che, o noi diremo l’ufficio, o noi parleremo di Dio, o noi terremo silenzio, e non penseremo innanzi, nè di mangiare, nè di bere, nè di dormire: ma quando e’ sarà l’ora dello albergare, noi accatteremo un poco di pane, e sì ci ristaremo, e riposeremoci in quel luogo che Dio ci apparecchierà. Allora questi tre compagni inchinarono i capi, e facendosi il segno della croce, andarono oltre: e la prima sera giunsero ad un luogo di frati, e quivi albergaroņo. La seconda sera, tra per lo mal tempo, e perchè erano stanchi, non potendo giugnere a un luogo di Frati, nè a castello, nè a villa nessuna, sopraggiugnendo la notte col mal tempo, si ricoverarono ad albergo in una chiesa abbandonata e disabitata, e ivi si puosero a riposare. E dormendo li compagni, san Francesco si gittò in orazione; ed eccoti in su la prima vigilia della notte venire una grande moltitudine di Demoni ferocissimi, con rumore e stropiccio grandissimo, e cominciarono fortemente a dargli battaglia e noia; onde l’uno lo pigliava di qua, e l’altro di là; l’uno lo tirava in giù, e l’altro in su; l’uno il minacciava d’una cosa, e l’altro gliene rimproverava un’altra; e così in diversi modi si ingegnavano di sturbarlo della orazione; ma non poteano, perchè Iddio era con lui. Onde quando san Francesco ebbe assai sostenuto queste battaglie de’ Demoni, egli cominciò a gridare ad alta voce: O spiriti dannati, voi non potete niente, se non quanto la mano di Dio vi permette: e però dalla parte dello Onnipotente Iddio io vi dico, che voi facciate nel corpo mio ciò che vi è permesso da Dio; conciossiachè io lo sostenga volentieri, perchè io non ho maggiore nemico, che il corpo mio; e però se voi fate vendetta del mio nemico, voi mi fate troppo grande servigio. E allora i Demoni con grandissimo impeto e furia, si lo presero, e cominciaronlo a strascinare per la chiesa, e farli troppo maggior molestia e noia, che in prima. E san