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Pagina:I Fioretti di San Francesco, A. Cesari, 1860.djvu/138

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sè medesimo, e si dispone ad attendere al mistero di questa rivelazione. E d’allora innanzi san Francesco, per la continova orazione, cominciò ad assaggiare più spesso la dolcezza della divina contemplazione, per la quale egli ispesse volte era sì ratto in Dio, che corporalmente egli era veduto da’ compagni elevato di terra, e ratto fuori di sè. In questi cotali ratti contemplativi, gli erano rivelate da Dio, non solamente le cose presenti e le future, ma eziandio gli segreti pensieri e gli appetiti de’ frati; siccome in sè medesimo provỏ frate Lione suo compagno in quel dì. Il quale frate Lione sostenendo dal Demonio una grandissima tentazione, non carnale ma ispirituale, sì gli venne grande voglia d’avere qualche cosa divota, iscritta di mano di san Francesco; e pensavasi, che se l’avesse, quella tentazione si partirebbe, o in tutto, o in parte. Avendo questo desiderio, per vergogna e per reverenza non avea avuto ardire di dirlo a san Francesco; ma a cui nol disse frate Lione, sì lo rivelò lo Spirito Santo. Di che san Francesco il chiamo a sè, e fecesi recare il calamaio, e la penna, e la carta; e con la sua mano iscrisse una lauda di Cristo, secondo il desiderio del frate; e nel fine fece il segno del Tau, e diedegliela dicendogli: Te’, carissimo frate, questa carta, e insino alla morte tua la guarda diligentemente. Iddio ti benedica, e guarditi contra a ogni tentazione. Perchè tu abbi delle tentazioni, non ti sgomentare; perocchè allora ti reputo io amico e più servo di Dio, e più ti amo, quanto più se’ combattuto dalle tentazioni. Veramente io ti dico, che nessuno si dee reputare perfetto amico di Dio, insino a tanto che non è passato per moite tentazioni e tribulazioni. Ricevendo frate Lione questa scritta con somma divozione e fede, subitamente ogni tentazione si partì; e tornandosi al luogo, narrò alli compagni con grande allegrezza, quanta grazia Iddio gli avea fatta nel ricevere quella scritta di san Francesco; e riponendola, e serbandola diligentemente, con essa fecero poi li frati molti miracoli. E da quel-