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Pagina:I Fioretti di San Francesco, A. Cesari, 1860.djvu/152

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sco per lo dolore, che sentia in quello spiccare della fascia sanguinosa, puose la mano al petto di frate Lione; per lo qual toccare di quelle sacrate mani, frate Lione sentia tanta dolcezza di divozione nel cuore suo, che poco meno e’ cadea in terra tramortito. E finalmente, quanto a questa terza considerazione, avendo san Francesco compiuta la Quaresima di san Michele Arcangelo, si dispuose per divina rivelazione, di tornare a Santa Maria degli Angeli. Onde egli chiamò a sè frate Masseo e frate Angelo; e dopo molte parole e santi ammaestramenti, si raccomandò loro con ogni efficacia che e’ potè quello Monte Santo, dicendo; come a lui convenia, insieme con frate Lione, tornare a Santa Maria degli Angeli. E detto questo, accomiatandosi da loro e benedicendoli nel nome di Gesù Crocifisso, condescendendo a’ loro prieghi, porse loro le sue santissime mani, adornate di quelle gloriose e șacre sante Istimate, a vedere, toccare e baciare: e così lasciandoli consolati, si partì da loro ed iscese del Santo Monte.

Della quarta considerazione delle sacre
sante Istimate.

. Quanto alla quarta considerazione, è da sapere, che da poichè il vero amore di Cristo ebbe perfettamente trasformato san Francesco in Dio, e nella vera immagine di Cristo Crocifisso, avendo compiuto la Quaresima di quaranta dì, a onore di san Michele Arcangelo in sul Santo Monte della Vernia; dopo la solennitade di san Michele, discese dal Monte l’Angelico uomo san Francesco, con frate Lione, e con uno divoto villano: in sul cui asino egli sedea, per cagione che per li chiovi dei piedi, e’ non potea bene andare a piede. Essendo adunque disceso del monte san Francesco, imperocchè la fama della sua santità era già divulgata per lo paese, e da’ pastori s’era sparto, come avevano veduto tutto infiammato il monte della Vernia, e che egli era se-