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Pagina:I Fioretti di San Francesco, A. Cesari, 1860.djvu/157

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di san francesco 153


san Francesco, ma eziandio tutta la via d’intorno era alluminata; e bastò insino che san Francesco entrò nel luogo di santa Maria degli Angeli. Giugnendo dunque san Francesco con Frate Lione, furono ricevuti da’ frati con somma allegrezza e carità. E d’allora innanzi san Francesco dimorò il più del tempo in quello luogo di Santa Maria degli Angeli, insino alla morte. E continuamente si spandea più e più per l’Ordine, e per lo mondo la fama della sua santità, e de’ suoi miracoli, quantunque egli per la sua profondissima unità celasse, quanto potea, i doni e le grazie di Dio; ed appellassesi grandissimo peccatore. Di che maravigliandosi una volta frate Lione, e pensando iscioccamente fra se medesimo: Ecco, costui si chiama grandissimo peccatore in pubblico; e’ venne grande all’Ordine; e tanto è onorato da Dio; e nientedimeno in occulto e’ non si confessa mai del peccato carnale: sarebbe mai egli vergine? e sopra a ciò gli cominciò a venire grandissima volontà di saperne la verità, ma non era ardito di domandarne san Francesco. Donde egli ne ricorse a Dio; e pregandolo istantemente, che lo certificasse di quello che desiderava di sapere, per la molta orazione e merito di san Francesco fu esaudito, e certificato che san Francesco era vergine veramente del corpo, per tale visione. Imperocchè egli vide in visione san Francesco istare in un luogo alto e eccellente, al quale veruno potè andare, nè ad esso aggiugnere; e fugli detto in ispirito, che quello luogo così alto e eccellente significava in san Francesco la eccellenza della castità verginale, la quale ragionevolmente si confaceva alla carne, che dovea essere adornata delle sacre sante Istimate di Cristo. Veggendosi san Francesco, per cagione delle Istimate di Cristo appoco appoco venire meno la forza del corpo, e non potere avere più cura del reggimento dell’Ordine, affrettò il Capitolo generale: il quale essendo tutto ragunato, ed egli umilmente si scusò alli Frati della impotenza, per la quale egli non potea più attendere alla