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Pagina:I Fioretti di San Francesco, A. Cesari, 1860.djvu/174

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e dottrina, ei riducerebbe di tutto il mondo molti alla via della verità, e molti ancora a penitenza. E ora per mostrare al mondo, ciò ch’egli avea fatto in san Francesco, ha voluto che le Istimate della sua passione, le quali egli gli avea impresse nel suo corpo in vita sua, sieno ora vedute da molti e toccate nella morte sua. Similmente e la Madre di Cristo promise di rinnovare la sua purità verginale, e la sua umiltadę in una femmina, cioè in suora Chiara per tale modo, che per lo suo esempio ella trarrebbe molte migliaia di femmine delle nostre mani. E così per queste promesse Iddio Padre mitigato, indugiò la sua diffinitiva sentenza. Allora Landolfo, volendo sapere di certo se ’l Demonio, ch’è camera e padre di bugia, in queste cose dicea vero, e spezialmente della morte di san Francesco, mandò uno suo fedele donzello ad Assisi a santa Maria degli Angeli, a sapere se san Francesco era vivo o morto il quale donzello giugnendo là, certamente trovò, e così ritornando riferiva al suo Signore, che appunto il dì e l’ora che il Demonio avea detto, san Francesco era passato di questa vita.

Come Papa Gregorio Nono, dubitando delle
Istimate di san Francesco, ne fu chiarito.

Lasciando tutti li miracoli delle sacre sante Istimate di san Francesco, li quali si leggono nella sua leggenda, per conclusione di questa quinta Considerazione, è da sapere; che a Papa Gregorio Nono, dubitando un poco della piaga del costato di san Francesco, secondo che poi egli recitò, apparve una notte san Francesco, e levando un poco alto il braccio ritto, iscoperse la ferita del costato e chiesegli una guastada, e egli la faceva recare; e san Francesco se la faceva porre sotto la ferita del costato; e parve veramente al Papa, ch’ella s’empiesse insino al sommo di sangue mescolato con acqua che usciva della detta ferita, e d’allora innanzi si partì da lui ogni dubitazione. E poi egli, di consi-