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Pagina:I Malavoglia.djvu/123

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Infine mandarono a dire che non venivano perchè avevano da fare; e il dazio, se volevano, avrebbero potuto metterlo senza di loro. — Il discorso di mia figlia Betta tale e quale! — brontolava mastro Croce Giufà.

— Allora fatevi aiutare da vostra figlia Betta! — esclamò don Silvestro. Baco da seta non fiatò più e continuò a masticarsi fra i denti il suo brontolìo. — Ora, — disse don Silvestro, — vedrete che i Zuppiddi verranno loro stessi a dire che mi danno la Barbara, ma voglio farmi pregare, io.

La seduta fu sciolta senza concludere nulla. Il segretario voleva un po’ di tempo per prender lume; in questo mentre era suonato mezzogiorno e le comari se n’erano andate leste leste. Le poche che erano rimaste, come videro mastro Cirino chiudere la porta e mettersi la chiave in tasca, se ne andarono anch’esse pei fatti loro di qua e di là, chiacchierando degli improperii che s’erano detti Piedipapera e la Zuppidda.

La sera ’Ntoni di padron ’Ntoni seppe quelle chiacchiere, e sacramento! voleva fargli vedere che era stato soldato, a Piedipapera! Lo incontrò giusto che veniva dalla sciara, vicino alla casa dei Zuppiddi, con quel suo piede del diavolo, e cominciò a dirgli il fatto suo, che era una carogna, e si guardasse bene dal dir male dei Zuppiddi e di quel che facevano, che lui non ci aveva nulla a vedere. Piedipapera non aveva la lingua in tasca. — O che ti pare che sei venuto da lontano a fare lo spaccamontagne, qui?


Verga. I Malavoglia. 8