Pagina:I Malavoglia.djvu/206

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il somaro ti toccheranno le bastonate. — La Signora, che faceva la calzetta dietro il banco, per mutar discorso domandava: — Come sta ora il nonno? — ’Ntoni non osava aprir bocca davanti la Signora, e se ne andava brontolando, col bicchiere nelle mani.

Il nonno ora stava meglio, e lo mettevano sull’uscio, al sole, avvolto nel tabarro, e col fazzoletto in testa, che sembrava un morto risuscitato, tanto che la gente andava a vederlo per curiosità; ed il poveraccio chinava il capo a questo e a quello, come un pappagallo, e sorrideva, tutto contento di trovarsi là, nel suo cappotto, accanto all’uscio, con Maruzza che gli filava accanto, il telaio della Mena che si udiva nelle stanze, e le galline che razzolavano nella strada. Ora che non aveva altro da fare aveva imparato a conoscere le galline ad una ad una, e stava a vedere quello che facevano, e passava il tempo ad ascoltare le voci dei vicini, dicendo: — Questa è comare Venera che strapazza suo marito. — Questa è la cugina Anna che torna dal lavatoio. — Poi se ne stava a vedere l’ombra delle case che si allungava; e quando non c’era più il sole sulla porta lo mettevano contro il muro dirimpetto, ch’egli somigliava al cane di mastro Turi, il quale cercava il sole, per sdraiarsi.

Infine, cominciò a stare sulle gambe, e lo portarono sulla riva, reggendolo sotto le ascelle, perchè gli piaceva dormicchiare accoccolato sui sassi, in faccia alle barche, e diceva che l’odore dell’acqua salata gli faceva bene allo stomaco; e si divertiva a ve-