Pagina:I Malavoglia.djvu/261

Da Wikisource.

— 251 —

— Tutte e due vi dico! Coteste che si confessano ogni domenica hanno il sacco grande da metterci i peccati; per questo la Santuzza porta la medaglia sul petto! per coprire le porcherie che ci stan sotto.

— Don Michele perde il tempo colla Zuppidda; il segretario ha detto che vuol farla cascare coi suoi piedi come una pera matura.

— Ma sì! Intanto don Michele si diverte colla Barbara, e con le altre che stanno nella via. — Lo so io — e ammiccava di soppiatto a ’Ntoni. — Non ha niente da fare, e ogni giorno ha i suoi quattro tarì di soldo.

— Quello che dico sempre! — ripeteva lo speziale tirandosi la barba. — Tutto il sistema è così; pagar degli sfaccendati per non far niente, e farci le corna, a noi che li paghiamo! ecco che cos’è. Della gente che ha quattro tarì al giorno per stare a passeggiare sotto le finestre della Zuppidda; e don Giammaria che si pappa la lira al giorno per confessare la Santuzza, e sentire le porcherie che gli racconta; e don Silvestro.... so io! e mastro Cirino che è pagato per romperci gli stivali colle sue campane, ma i lumi poi non li accende, e si mette in tasca l’olio, chè lì, al municipio poi, ci son altre porcherie! in fede mia! E volevano far casa nuova di tutti nella baracca, ma poi si sono intesi un’altra volta, don Silvestro e gli altri, e non ne hanno parlato più.... Tale e quale come quegli altri ladri del Parlamento, che chiacchierano e chiacchierano fra di loro; ma ne sapete niente di quel che dicono? Fanno la schiuma alla bocca, e sembra che vogliano prendersi pei ca-