Pagina:I Malavoglia.djvu/31

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quella sua Barbara che non aveva potuto maritare, tanto era superba e sgarbata, e con tutto ciò voleva dargli il figlio di Vittorio Emanuele.

— Bel pezzo, la Mangiacarrubbe, — seguitava, — una sfacciata che si è fatto passare tutto il paese sotto la finestra. «A donna alla finestra non far festa», e Vanni Pizzuto le portava in regalo i fichidindia rubati a massaro Filippo l’ortolano, e se li mangiavano insieme nella vigna, sotto il mandorlo, li aveva visti lei. — E Peppi Naso, il beccaio, dopo che gli spuntò la gelosia di compare Mariano Cinghialenta, il carrettiere, andava a buttarle dietro l’uscio tutte le corna delle bestie che macellava, sicchè dicevano che andava a pettinarsi sotto la finestra della Mangiacarrubbe.

Quel cuor contento della cugina Anna invece la prendeva allegra. — Don Giammaria dice che fate peccato mortale a sparlar del prossimo!

— Don Giammaria dovrebbe piuttosto far la predica a sua sorella donna Rosolina, — rispose la Zuppidda, e non lasciarle far la ragazzetta con don Silvestro, quando passa, e con don Michele il brigadiere, che ci ha la rabbia del marito, con tutti quegli anni e quella carne che ci ha addosso, la poveraccia!

— Alla volontà di Dio! — concluse la cugina Anna. — Quando è morto mio marito, Rocco non era più alto di questa conocchia e le sue sorelline erano tutte minori di lui. Forse che mi son perduta di animo per questo? Ai guai ci si fa il callo, e poi ci aiutan a lavorare. Le mie figliuole faranno come ho fatto io, e finchè ci saranno le pietre al lavatoio avremo