Pagina:I Malavoglia.djvu/310

Da Wikisource.

— 300 —

— E ’Ntoni? Sapete dov’è ’Ntoni? — L’hanno arrestato stanotte nel contrabbando, insieme al figlio della Locca! — rispose la cugina Anna, la quale aveva perduto la testa. — Hanno ammazzato don Michele!

— Ah! mamma mia! — gridò il vecchio cacciandosi le mani nei capelli; ed anche la Lia si era cacciate le mani nei capelli. Padron ’Ntoni, sempre colle mani in testa, non faceva altro che dire: — Ah! mamma mia! Ah! mamma mia!

Sul tardi venne Piedipapera, colla faccia angustiata, picchiandosi la fronte: — Avete sentito, eh, padron ’Ntoni, che disgrazia! Io son rimasto di sale quando l’ho saputo. — Comare Grazia, sua moglie, piangeva davvero, poveretta, vedendo come le disgrazie fioccavano nella casa dei Malavoglia. — Tu che ci vieni a fare? gli diceva sottovoce suo marito, tirandola vicino alla finestra. — Tu non ci entri. Adesso a bazzicare in questa casa si tira addosso gli occhi degli sbirri.

La gente perciò non si affacciava nemmeno all’uscio dei Malavoglia. Solo la Nunziata, appena sentita la notizia, aveva affidato i ragazzi al più grandicello, e raccomandata la sua casa alla vicina, ed era corsa da comare Mena, a piangere con lei, come una che non aveva ancora gli anni del giudizio. Gli altri stavano a godersi la vista da lontano, sulla strada, o si affollavano come le mosche davanti alla caserma, per vedere come sembrava ’Ntoni di padron ’Ntoni dietro la grata, dopo che aveva dato la coltellata a don Michele; oppure correvano nella bottega di Pizzuto, il quale vendeva acquabianca, e faceva la