Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 333 — |
avessero voluto, che Dio sa quel che ci avevo in cuore quando ve ne siete andato alla Bicocca col carro dell’asino, e mi pare ancora di vedere quel lume nella stalla, e voi che mettevate tutta la vostra roba sul carretto, nel cortile; vi rammentate?
— Sì, che mi rammento! Allora perchè non mi dite di sì, ora che non avete più nulla, e ci ho il mulo invece dell’asino al carretto, e i vostri parenti non potrebbero dir di no?
— Ora non son più da maritare; — tornava a dire Mena col viso basso, e sminuzzando gli sterpolini della siepe anche lei. — Ho 26 anni, ed è passato il tempo di maritarmi.
— No, che non è questo il motivo per cui non volete dirmi di sì! — ripeteva compar Alfio col viso basso come lei. — Il motivo non volete dirmelo! — E così rimanevano in silenzio a sminuzzare sterpolini senza guardarsi in faccia. Dopo egli si alzava per andarsene, colle spalle grosse e il mento sul petto. Mena lo accompagnava cogli occhi finchè poteva vederlo, e poi guardava al muro dirimpetto e sospirava.
Come aveva detto Alfio Mosca, Alessi s’era tolta in moglie la Nunziata, e aveva riscattata la casa del nespolo.
— Io non son da maritare, — aveva tornato a dire la Mena; — maritati tu che sei da maritare ancora; — e così ella era salita nella soffitta della casa del nespolo, come le casseruole vecchie, e s’era messo il cuore in pace, aspettando i figliuoli della