Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/106

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I Nibelunghi 35

Che ciò caro vi torni o vi dispiaccia.
Io vo’ rapirvi ciò che avete in terre
Ed in castella, fin che poi sommessi
Tutti mi siate. — Meraviglia s’ebbe
390Il prence (e i prodi suoi l’avean pur’anco)
All’annunzio che intese, onde Sifrido
Di toglier la sua terra avea disìo.
I prodi che l’udian, n’ebber disdegno.
     Mertar come potei, disse a quel prode
395Gunthero allor, che quanto il padre mio
Lunga età possedea con molto onore,
Per vïolenza di chiunque perdere
Per noi si debba? Male inver faremmo
Apparir noi che pur da noi si cura
400Di cavalieri dignità! — Partirmi
Io già non vo’, Sifrido ardimentoso
Gli rispondea. Che se pel valor tuo
Pace non ha questa tua terra, tutta
Conquistarla vogl’io. Se tu l’acquisti
405Con tua forza e valore, anche il retaggio
Ch’è pur di me, ti fia soggetto. Giacciano
Eguali in mezzo il mio retaggio e il tuo,