Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/164

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I Nibelunghi 93

Egli ebbero a lasciar. Là ’ve Sifrido
Rinvenne, andava allor prence Gunthero.
     Ei disse al prode: Ciò che far degg’io,
300Tu mi consiglia. Cavalcar dimani
Al primo albor, di qui partendo, vonno
Questi nostri nemici, e ferma pace
Chiedon con meco e con le genti mie.
Or mi consiglia, eroe Sifrido, quale
305A te in questo parrassi opera bella
Ch’io far mi deggia. Quanto a me offerendo
Vanno i prenci, vo’ dirti. Ei volentieri
A me daranno quanto in oro han possa
Di carreggiar, se liberi li sciolgo,
310Cinquecento cavalli. — Oh! ciò sarìa
Opra non bella assai! disse quel forte
E valente Sifrido. E sì v’è d’uopo
Via lasciarli partir liberamente
Da questa terra; e per che i prenci illustri
315Guardinsi bene un dì che da nemici
Ei non vengan più mai qui cavalcando,
Fate sì che di ciò d’ambo que’ prenci
Vi dia la mano sicurezza e pegno.