Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/177

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106 I Nibelunghi

180Recar ci è d’uopo. — E a lui la giovinetta:
     Dolce fratello mio, quanto per l’opra
Di me può farsi in tale intento, a voi
Offro del core e a ciò pronta son’io;
S’altri vi niega alcuna cosa, grave
185Dolor saria per Krïemhilde. Voi,
Qual chi un affanno ha in cor, me non dovete
Pregar così, prestanti cavalieri,
Ma con atto cortese un cenno farmi
E comandar. Per ciò che piaccia a voi
190Nell’opra mia, per voi son pronta e farlo
Volentieri vogl’io. — Così dicea
L’avvenente fanciulla. — E vogliam noi,
Cara sorella mia, leggiadre nosco
Portar le vesti. In ciò compir, soccorso
195Porti la vostra man nobile e sperta;
Finiscan l’opra, sì che a noi le vesti
Leggiadramente stian, le ancelle vostre,
Chè di ritrarci da cotal vïaggio
Alcun desìo non abbiam noi. — Quel ch’io
200Or vi dirò, notate voi, rispose
La giovinetta. Serici broccati