Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/291

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220 I Nibelunghi

Un uom potean destro e gagliardo. E poi
185Deh! quanti amici il rio destin gli tolse!
     Ad ogni tempo si dicean novelle,
Novelle assai, quanto con lode piena
Di Sigemundo ne la terra, a tutte
L’ore del dì, vivesser que’ gagliardi
190Cortesi e illustri. Ma ciò fea pur anco
Gunthèr famoso coi congiunti suoi,
Di simil foggia. Ancor de’ Nibelunghi
Servìa la terra a principe Sifrido
(E niuno inver più ricco era di lui
195Fra i suoi congiunti), e gli servìan pur anco
I valorosi di Schilbungo e tutta
Di quelli e di costui l’ampia ricchezza;
Per ciò più fieri e più superbi spirti
N’ebbe quel prode. L’uom gagliardo e forte
200Ebbe un tesoro più d’assai copioso
Di quanti un prode s’ebbe mai, que’ soli
Tolti che prima il possedean. Dinanzi
A un monte l’acquistâr le mani sue
Forte pugnando, e molti cavalieri
205A morte egli atterrò gagliardi e illustri.