Da’ lor cavalli e palafreni al suolo, 275Di re Gunthero per entrar nell’aula,
Così come fa l’uom, vennero allora
Garzoni e vecchi a dimandar novelle,
E il nobil cavalier così dicea:
Ratto udirete ciò che al mio signore 280Dirò. — Così n’andò co’ suoi consorti
Là ’ve Gunthero ei rinvenia. Balzava
Per molta gioia dal suo seggio il prence,
E perchè così tosto erano i messi
Di là tornati, Brünhilde leggiadra 285Grazie a tutti rendea. Lor disse intanto
Prence Gunthero: Oh! come sta Sifrido,
Da cui tanta d’amor vennemi prova?
Rosso per gioia egli si fe’, rispose
Gère avveduto, e si fe’ rossa pure 290Vostra sirocchia. Nessun uom giammai
Cose sì belle ed amorose indisse
Ai dolci amici, come a voi le indisse
Prence Sifrido e il padre suo pur anco.
La sposa allor del nobile signore 300Così disse al Margravio: Ora mi dite