Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu/347

Da Wikisource.
276 I Nibelunghi

Diletto a me d’assai, ch’io volentieri
A voi servigio prestai sempre e ch’io
100Astio giammai non ebbi a voi. Per tanto
Lasciate ancor che del mio caro sposo
Io diletto mi prenda; e s’io pur feci
Cosa a Brünhilde, egli non dee di questo
Portar la pena. Oh! di cotesto assai,
105La nobil donna aggiunse ancora, ebb’io
Pentimento dipoi! Questa persona
Forte Sifrido mi picchiò. Per ch’io
Così parlai, si dols’egli nell’alma,
E quel gagliardo valoroso e ardito
110Grave l’offesa vendicò. — Deh! voi
Riconciliate1 a questi di ben tosto,
Hàgen dicea, sarete! Or voi, Kriemhilde,
Amabil donna, in che poss’io giovarvi
Pel vostro sposo, a me chiarir dovete.
115Io volentier farò tal cosa, o donna;
Meglio che a voi far non potrei cotesto
Ad altri mai. — La nobil donna disse:

  1. Cioè Brünhilde e Kriemhilde.