Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu/108

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I Nibelunghi 467

Aveasi onore, ciò si fea di lei
410Con gradimento. Accennò la reina
L’oro suo, le sue nappe a’ suonatori
Di spartir per Kriemhilde, a cui sì grande
Portava amor, per Ètzel re pur anche;
E quelli ciò potean d’animo grato
415Ricevere così, chè ciò si fea
Di cor sincero. E sì prendean commiato
Da uomini e da donne i messaggieri
Di là, di là venìano allegramente
Fino al confin di Svevia, e a’ suoi guerrieri
420D’accompagnarli, per che niun facesse
Offesa o danno a lor, Gernòt indisse.
     Poi che si separâr da chi dovea
In cura averli, d’Ètzel signoria
In tutte strade li difese, e niuno
425I corsieri lor tolse e non le vesti;
Con prestezza d’assai verso la terra
D’Ètzel ei s’affrettaro, e a quanti amici
Ivi si conoscean, noto elli resero
Che fra breve stagion verrìano in quella
430Terra degli Unni di Borgogna i prenci