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488 I Nibelunghi

Que’ prenci suoi. Molti uomini gagliardi
Al suo incontro venièno. Ivi l’accolsero
355Con lor saluti i buoni cavalieri;
Ma perchè là vedean fumare il sangue
Nel navicello per la forte piaga
Che Hàgene inferse al portolano, assai
Hàgene da quei prodi aveasi inchieste,
360E re Gunthero, che scorrere il caldo
Sangue vedea pel tavolato, oh! in quale
Ansia diceva: E perchè mai non dite,
Hàgene, ove ne andava il portolano?
Io sì mi penso che gli tolse vita
365Vostra forza tremenda. — E quei rispose
Con menzogna così: Poi che rinvenni
Ad un salce selvaggio il navicello
Qui, la mia mano lo disciolse. In oggi
Niun navalestro qui vid’io, nè alcuno
370Dolor per colpa mia incolse ad altri.
     Disse prence Gernòt là fra i Burgundi:
Oggi, per morte di diletti amici
Darmi pensier dovrò, chè navalestri
Pronti qui non abbiam, per che dall’altra