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528 I Nibelunghi

Per grande onor quel dono. Un involùcro
D’una stoffa lucente e in prezïose
Gemme posava sul fulgor di quello,
310Nè rischiarò giammai targa migliore
Il giorno chiaro. Se qualcun volea
Acquisto farne, egli era sì di mille
Marchi degno in suo prezzo. Hàgene intanto
Che il pavese da lui via si recasse,
315Precetto fece. Ma Dancwarto a corte
Il suo vïaggio incominciar volea,
E però molte vesti e ricche assai
Gli diè la figlia del margravio, quali
Egli fra gli Unni assai pomposamente
320Recar dovea. Ma nullo di que’ tanti
Doni ch’ebbero quelli, a le lor mani
Sarìa venuto se non per l’amore
Dell’ospite signor, che bellamente
Offerta sì ne fece. Elli dipoi
325Tanto nemici gli si fean, che a morte
Dovean colpirlo un dì. Volkero intanto,
Volkèr gentile, con la giga sua