Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu/17

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376 I Nibelunghi

Re Gunthero dicea, no, non poss’io.
270Com’ei stanno ambedue, Ètzel ed Hèlche
De la terra degli Unni, a me v’è d’uopo
Narrar frattanto. — Noto a voi cotesto
Io volentier farò, disse il margravio.
     E si levò con tutti i suoi dal seggio
275E al sire favellò: Questo da noi
Farassi, o prence, se da voi concesso
Tanto mi fia. Nè scorderò l’annunzio
Ch’io qui reco, ma tosto, e volentieri,
A voi dirollo. — Disse il re: Qualunque
280L’annunzio sia che altri per noi v’impose,
Io vi concedo, senza ch’io d’amici
Consiglio cerchi, di narrar. Deh! fate
Udirlo a me, fate che l’odan questi
Uomini miei, da che vogl’io che tutto
285Onor vi abbiate qui. — L’esperto messo
Così dicea: V’offre qui presso al Reno
Fedel servigio il nobil mio signore,
L’offre pur anco a tutti che qui avete
Congiunti vostri. Ancor, questo messaggio
290Con tutta fè per noi si compie. Voi