Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu/242

Da Wikisource.

I Nibelunghi 601

120Quella sua destra oprato avea, balzaro
Di contro a lui, nato in burgundia terra.
     Ora volesse Iddio, disse Dancwarto,
Che un messaggiero avess’io qui, che questo
Saper facesse ad Hàgene fratello
125Ch’io qui mi sto contro tanti gagliardi
In distretta cotale! Ei mi darebbe
Aita, o qui appo me cadrebbe estinto!
     Dicean gli Unni gagliardi: Il messaggiero
Sarai tu stesso, chè al fratello tuo
130Morto ti porterem. Così egli vegga,
L’uom di Gunthero, la sua doglia prima.
Ad Ètzel re gran danno festi invero!
     Ed egli disse: Le minacce vostre
Suvvia lasciate e vi traete a dietro.
135D’alcun altro io farò molli di sangue
Le maglie, perch’io stesso esta novella
Ridica in corte. E lagnarmi vogli’io
Di mio grave corruccio appo il mio prence!
     E di tal guisa d’Ètzel a’ gagliardi
140Ei tremendo si fe’, che a lui resistere
Non osâr con le spade; ei le saette