Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu/250

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I Nibelunghi 609

Io venni già con leal fede. Oh! come
Gli accordi miei destar potrò, perduta
80Poi che ho la mano mia? — Poco davvero
Hàgen si diè pensier se la sua giga
Quegli non suonò più, chè per la casa
Orribile scompiglio ei suscitava
D’Ètzel tra i prodi, e molti sì ne uccise;
85Molta gente, davver, condusse a morte
Nel regio albergo, allor. Volkero ardito
Balzò dal desco, ed alto in fra le mani
Gli risuonò quell’arco suo di giga.
Deh! che in guisa tremenda il menestrello
90Di Gunthero suonò! Quanti fra gli Unni
Ardimentosi ei s’acquistò nemici!
     Anche balzaro i tre possenti regi
Via da’ lor deschi; e volentier la pugna
Avrìan voluto sperdere, assai pria
95Che maggior danno là toccasse. In questo
Consiglio, oh! non potean elli cotanto,
Chè troppo invero a furïar principio
Hàgen fece e Volkero. Allor che vide
Non separata la tremenda pugna