Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu/252

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I Nibelunghi 611

E per la sala di tal re fûr visti
Con lor spade lucenti andarne gli ospiti,
Colpi sferrando, e suono alto s’udìa
125Da tutte parti di lamenti e grida.
     Ma chi fuori si stava, entrar volea
Presso gli amici suoi; però a le torri,
Là, su la porta, poco assai guadagno
Elli si avean così; fuor dalla sala
130Uscir volea chi v’era dentro, e niuno
Salir lasciava o scendere Dancwarto.
     Forte si fece allora appo le torri
Uno spingersi e urtarsi, anche di spade
Sugli elmi un alto risuonar. Venìa
135Dancwarto ardito in gran distretta, e a tanto
Volse il pensiero il fratel suo, chè tanto
La fede sua gli comandava. In alte
Voci a Volkero Hàgen mandò richiamo;
     Sozio, vedete voi starsi mio frate
140Là, sotto a’ colpi ponderosi, innanzi
Agli Unni prodi? Al fratel mio deh! voi,
Pria che quel forte perdasi da noi,
Accostatevi, amico! — Io veramente,