Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu/290

Da Wikisource.

I Nibelunghi 649

Cosa vi feci io mai? ch’io qui men venni
Amicamente cavalcando a questa
75Vostra contrada! — E quei dicean: Davver!
Che per vostra bontà di pianti e omèi
Pieno è il castello e la contrada è piena!
Gradito avremmo assai che d’oltre il Reno,
Da Worms, a noi tu non venissi mai,
80Chè disertaste voi la terra, tu
E que’ fratelli tuoi. — Con disdegnosa
Anima favellò Gunthèr gagliardo:
     L’odio rubesto se, concilïando,
Depor vorrete a noi che siam stranieri,
85Per le due parti buon consiglio fia.
Senza ragione egli è ciò che ne fece
Ètzel signore. — E dell’ostello il sire
Disse agli ospiti suoi: Di me dolore,
Dolor di voi, diversi sono. In questo
90Alto travaglio di rovina, in questo
Danno ch’io qui toccai, niuno di voi
Partirassi di qui vivente ancora.
     E Gernòt fiero così disse al prence: