Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu/300

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I Nibelunghi 659

Fatto avesse a pietà, salvi alla vita
295Sarìano usciti volentieri. In quella
Terra degli Unni tal pietà non ebbero
Gl’infelici a trovar; però lor morte
Ei vendicâr con poderosa mano.
     E dell’alba del dì lor fu di contro
300Dato il saluto con feroce assalto,
E vennero però in distretta grave
I valorosi. Giavellotti assai
A lor di contro fûr scagliati, e forti
Erano, ed elli, ardimentosi e grandi,
305Si difendean quai cavalieri. Intanto,
D’Ètzel ne’ famigliari ardir destossi,
Ch’elli voleano i doni, in lor servigi,
Di Kriemhilde mertar. Volean pur anco
Tanto eseguir quanto lor prence impose,
310E molte file di gagliardi intanto
Vedean la morte. E puossi ancor dei doni
Dir meraviglie, ancor delle impromesse,
Chè la regina su le targhe l’oro
Fe’ cenno di recar, l’oro lucente,
315E a chi ne disïava, a chi toccarne