Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu/324

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I Nibelunghi 683

425Levò lo scudo Rüedegero; e l’alma
Gli si destò, ned ei potè più a lungo
Inerte rimaner. Pari a un eroe
Ei si cacciava agli ospiti di contro.
Assai colpi tremendi, ecco! sferrava
430Il possente margravio. I due, Volkero,
Hàgen con esso, stavansi più lungi,
Chè a lui cotesto in pria questi due prodi
Avean promesso; ma sì arditi eroi
Starsi là da le porte egli rinvenne,
435Che la battaglia con gran cura e affanno
Rüedgero incominciò. Lasciâr ch’entrasse
Dentro alla sala e Gernòt e Gunthero
E ciò elli fean per assassina voglia;
Avean pensiero di gagliardi. Intanto
440Stava più lungi Giselhero, a cui
Era davvero di dolor cagione
La trista pugna. Al dolce viver suo
Egli pensava ancor; però Rüedgero
Ei d’evitar curava. Ecco! balzavano
445Contro ai nemici del margravio gli uomini,
Ch’elli fûr visti seguitar lui principe