Conforto nostro e non l’avremmo noi
Ad altri dì più mai, fate che fuori 190Il portiam noi di qui, perchè l’eroe
Dato ci sia deporre in sepoltura.
A prenderlo venite! rispondea
Volkero allor. Levatelo da questa
Casa ove giace, ei cavalier, caduto 195Nel sangue suo per le possenti piaghe
Che l’alma gli toccâr. Così l’omaggio
Pieno sarà che renderete a lui.
Wolfharto ardito disse allor: Sa Iddio,
Sere di giga suonator, che d’uopo 200D’irritarci non è. Male ci feste;
E s’io pel mio signor n’avessi ardire,
Alla distretta scendereste voi.
Ma ciò lasciar n’è forza, e la tenzone
Ei ci vietava. — E il suonator di giga: 205Gran paura è davver, se alcun tralascia
Tutto che altri gli vieta! E veramente
Alma da eroe non poss’io dir cotesta!
Sembrò, da parte di quel sozio suo,
Ad Hàgen buona esta parola. Disse