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I mostri dell’Oceano 31

— Ma siete inondati d’inchiostro! — urlò il mozzo. — Ma cosa è accaduto adunque?..

— Aspetta un po’ che mi lavi!... Mondaccio birbone.... Sono profumato come un caimano!... —

Il veneziano era pure balzato in acqua e si lavava con grande vigore, stropicciandosi il viso, i capelli e le vesti.

— Ma cos’è accaduto, dunque? — ripeteva il mozzo, il quale lanciava sguardi impauriti verso la caverna.

— Auff! — esclamò finalmente il marinaio, riguadagnando la sponda. — Era inchiostro di prima qualità!...

— Ma avete combattuto contro dei calamai? — chiese il mozzo, che ormai rideva a crepapelle.

— No, contro uno solo; ma se tu l’avessi veduto, ragazzo mio, non avresti più una goccia di sangue in corpo. Che braccia!... E che occhi!... Se mi stringeva un po’ di più, mi faceva uscire gl’intestini dalla bocca, te lo assicuro.

— Un polipo formidabile, dunque?...

— Enorme.

— E l’avete ucciso?

— Lo credo.

— E stava in quella grotta come nella sua casa?

— Precisamente, Piccolo Tonno.

— Ah!... San Gennaro, aiutami!...

— Cosa c’è?

— Oh! l’orribile mostro!...

— Fulmini!... ancora lui!... Signor Emilio! —

Albani, che aveva allora terminato di lavarsi, guadagnò prontamente la riva, ma subito si arrestò.

Dalla caverna marina, usciva in quel momento il mostro che li aveva poco prima assaliti, tentando di tornare in mare.

Quel calamaro gigante faceva paura. Era di dimensioni enormi, poichè poteva pesare mille chilogrammi, biancastro ma quasi gelatinoso, con delle braccia lunghe sei metri, fornite d’un gran numero di ventose destinate a succhiare il sangue delle vittime, con un becco grandissimo, di so-