Vai al contenuto

Pagina:I Vicerè.djvu/163

Da Wikisource.

I Vicerè 161

buttati via, per soccorrere i bisognosi? Dite piuttosto per fregola di popolarità! Cento ducati buttati a mare, quasi che quella bestia avesse molto da scialare! A furia di largizioni un bel giorno avrebbe battuto il... capo sul lastrone, come meritava la sua sciocchezza: bestia, bestione, tre volte bestionaccio!... Il monaco era talmente fuori della grazia di Dio, che quando Roccasciano gli chiese notizie di suo nipote don Lodovico, si voltò come una furia:

— Di che nipote m’andate nipotando?... Non li conosco!... Li rinnego tutti quanti!... E preso anche quest’altro pel bottone della giacca, gli gridò all’orecchio: — Vedete un po’ quel che fanno?... Non sono tre mesi che è loro morta la madre, e intanto se la spassano, senza un riguardo al mondo!...

Qualche giorno dopo ci fu la visita del Priore. Arrivò in carrozza, riposato e sereno: salutò ed abbracciò tutti, volle entrare nella camera dov’era spirata la principessa, parlò della pestilenza attribuendola al corruccio del Signore per le nequizie dei tempi. Tutti lagnavansi dell’ostinata siccità, perchè in tre mesi di torrida estate non era caduta una goccia d’acqua: egli riferì d’aver disposto un triduo, a Nicolosi, e una processione per impetrare la pioggia; altrettanto consigliò che facessero al Belvedere.

— Non bisogna stancarsi di pregare l’Altissimo. Solo la preghiera e la penitenza potranno indurre la Divina Clemenza a perdonare i peccatori.

Poi annunziò che la cugina Radalì gli aveva scritto per avvertirlo che, appena cessato il colera, voleva mettere il secondogenito Giovannino al noviziato: provvedimento lodevole, poichè, col marito in quello stato, la povera duchessa non poteva badare all’educazione di entrambi i figliuoli. Il principe disse che anch’egli forse avrebbe fatto altrettanto per Consalvo. La principessa chinò gli sguardi a terra, non osando replicare al marito, ma non potendo soffrire d’esser divisa dal suo bambino.

     I Vicerè — 11